

Il commercio globale del vino è entrato nel 2025 sotto una complessa pressione, in bilico tra la continua premiumisation e l “incertezza geopolitica, il cambiamento dei canali di consumo e l” evoluzione dei regimi tariffari. Per i produttori di vino e le aziende vinicole che mirano a crescere o a difendere la propria presenza sul mercato internazionale, comprendere le dinamiche in tempo reale delle importazioni di vino è più che mai fondamentale.
In questa analisi di metà anno, analizziamo i dati verificati sulle importazioni della prima metà del 2025 in tutti i mercati chiave, compresi gli Stati Uniti, l’UE e le regioni emergenti. Con un’attenzione particolare alle tendenze dei volumi, alle variazioni dei prezzi e agli sviluppi politici – in particolare alle tensioni commerciali tra Stati Uniti e Unione Europea – questo articolo offre spunti di riflessione utili per aiutare gli operatori del settore a navigare in un panorama in rapida evoluzione. Che tu sia un’azienda vinicola orientata all’esportazione o un produttore regionale che tiene sotto controllo la concorrenza estera, i dati e le raccomandazioni strategiche qui presentate ti aiuteranno a pianificare meglio e a prendere decisioni più intelligenti per la seconda metà dell’anno.
1. Il commercio globale ristagna, ma i premi prevalgono
- Il prezzo medio all’esportazione del vino è salito a 3,60 €/l (+30% dal 2020), riflettendo la continua premialità, anche se i volumi di vino sfuso sono diminuiti.
2. Le importazioni statunitensi guidano la crescita, ma la nebbia dei dazi incombe
Q1 2025: Gli Stati Uniti hanno importato 328,5 milioni di litri (+3,9% YoY), per un valore di 1,748 miliardi di euro (+21,6%) – prezzo medio di 5,32 euro/L, in aumento di 0,78 euro rispetto al 1° trimestre 2024.
Aumento del volume: +12,2 milioni di litri; aumento del valore: +310,2 milioni di euro
I principali fornitori del mercato vinicolo statunitense:
- Francia: 723,9 M€ (+51%); 52,4 M L (+37%)
- Italia: 93,1 M L (+16,6%); +17% in valore
- Spagna: 17,4 M L (+15%); 88,5 M € (+8%)
Tariffe UE: Una tariffa del 10% è iniziata il 5 aprile; una tariffa “reciproca” del 20% è stata messa in pausa a metà aprile, attualmente valida fino al 9 luglio 2025.
3. Perché le importazioni sono aumentate – e cosa succederà in futuro
- Gli acquirenti statunitensi hanno anticipato gli acquisti in vista dell “inasprimento dei dazi, con un aumento delle importazioni dell” 8,6% nel primo trimestre del 2025, a riprova di un accumulo strategico di scorte.
- I produttori nazionali di vino vedono un’opportunità: le importazioni a prezzi più alti migliorano la competitività relativa dei vini locali (ad esempio, i produttori di vetro statunitensi devono far fronte a tariffe che aggiungono $0,50-$1/bottiglia).
- Dopo due anni di calo, le spedizioni totali degli Stati Uniti (nazionali + importazioni) sono aumentate nel primo trimestre del 2025, passando da 127,3 milioni di casse (febbraio 2024) a 134,4 milioni di casse (febbraio 2025), grazie anche alle importazioni.
4. Altre tendenze delle importazioni globali
- Russia: La produzione interna del 1° trimestre 2025 è aumentata del +11,6%, ma le importazioni dall’Unione Europea sono rimaste invariate: 28 milioni di euro a febbraio (rispetto ai 25,3 milioni di euro di gennaio), con Italia e Portogallo in testa.
- Abbonamenti e DTC: il mercato degli abbonamenti al vino raggiungerà i 12,4 miliardi di dollari nel 2025, con una crescita del 9,7% CAGR, segnalando una crescente concorrenza del DTC ai canali di importazione tradizionali.
In Cina, i dati doganali dei primi mesi del 2025 hanno rivelato un notevole rimbalzo: 41 milioni di litri di vino importati nel periodo gennaio-febbraio, con una crescita dell “11,5% in termini di volume e del 54,2% in termini di valore rispetto all” anno precedente, trainata dalle bollicine australiane e dai vini di alta gamma. Nel frattempo, nonostante il calo dei consumi, la Cina e il Giappone sono rimasti tra i primi 10 importatori di vino a livello mondiale per valore, registrando ciascuno circa 1,5 miliardi di euro nel 2024: la Cina a 5,21 euro/l, il Giappone a 6,35 euro/l. Questa tendenza al premium sottolinea il crescente appetito in Asia per la qualità e il prestigio.
Al contrario, l “UE non è solo un grande esportatore ma anche un importante importatore all” interno del suo mercato interno. Nel gennaio 2025 le importazioni di prodotti agricoli e alimentari dell “UE hanno raggiunto i 16 miliardi di euro (+19% a/a), il che suggerisce un aumento dei costi e una potenziale sostituzione delle importazioni. Con il commercio all” interno dell “UE che rappresenta quasi il 75% del movimento e con il riallineamento commerciale legato alla Brexit in corso, i produttori dell” UE devono rimanere agili, anche se le tariffe esterne incombono.
Raccomandazioni strategiche per produttori e cantine
Area | Approfondimento | Azione |
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Prezzi e focus sui prodotti premium | Le importazioni premium (media >€5/L) stanno guidando la crescita del valore anche se i volumi sono in stallo. | Posiziona i vini di fascia alta con una forte provenienza; considera la segmentazione per formato (imbottigliato vs sfuso/spumante) per sfruttare le nicchie di valore. |
Monitoraggio delle tariffe e agilità | I prezzi e i volumi delle importazioni hanno subito fluttuazioni in seguito al cambiamento delle politiche. | Resta attento alla scadenza del 9 luglio; utilizza strategie di copertura o di scorte tampone; diversifica nei mercati favorevoli alle tariffe (ad esempio, Canada, Asia). |
Sfruttare le interruzioni dei costi del vetro | Le tariffe UE su bottiglie e vetro (20%) aumentano la competitività dei costi del vino nazionale. | Evidenziare l’origine “bottiglia di provenienza UE” o spostare il confezionamento verso fornitori neutrali; comunicare la trasparenza dei costi agli acquirenti. |
Capitalizzare i canali DTC e di abbonamento | I canali di abbonamento sono in rapida crescita e a valore aggiunto. | Crea offerte DTC, assortimenti curati, degustazioni digitali; collabora con piattaforme di abbonamento per la promozione delle esportazioni. |
Previsioni: Cosa potrebbe riservare l’H2 2025
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La chiarezza sulle tariffe entro il terzo trimestre sarà fondamentale. Se i negoziati tra Unione Europea e Stati Uniti non dovessero andare a buon fine entro il 9 luglio, nuovi dazi potrebbero interrompere lo slancio.
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Spostamento verso il mercato interno: i produttori statunitensi potrebbero aumentare la loro quota se le importazioni diventassero più costose, soprattutto nel segmento di vendita al dettaglio da 20 euro in su.
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Vantaggio di diversificazione: gli operatori italiani, spagnoli e quelli più piccoli dell “UE dovrebbero esplorare mercati alternativi (Canada, Regno Unito, Asia) grazie agli accordi commerciali e all” aumento del consumo di vino pro capite.
Conclusione
La prima metà del 2025 ha delineato un quadro chiaro: la crescita trainata dalle importazioni è reale, la premialità continua e i rischi geopolitici stanno modellando la strategia B2B. Per le aziende vinicole e i produttori, le strade percorribili includono l’affinamento del posizionamento premium, la creazione di catene di approvvigionamento resistenti alle tariffe e l’adozione di canali diretti al consumatore. Poiché l’H2 2025 presenta sia opportunità che rischi, la flessibilità e la lungimiranza definiranno gli operatori di maggior successo. In questo contesto, avere accesso a uno dei migliori strumenti che ti aiutano a raggiungere importatori di vino affidabili in 168 paesi, la piattaforma BestWineImporters, può rivelarsi un enorme vantaggio.